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venerdì 8 maggio 2009

AS Roma senza area, a Firenze mettono l'asilo e tolgono le barriere

A Roma, visto il tema stadio assai caldo, Fabrizio Bocca (Repubblica Roma) cerca di sapere qualcosa dai costruttori romani. Due stadi da costruire e tante chiacchiere; investimenti giganteschi; aree lontane dal centro e nemmeno definitive. Appena indicate col dito. Il tutto mentre l'Olimpico aspetta la finale di Champions e il Flaminio è ormai la casa del rugby:
"All'Urbanistica - dice l'assessore Marco Corsini - finora non abbiamo visto nulla. Il 10 maggio era un'indicazione stabilita in linea di massima dal sindaco...". Dunque si slitta ancora.
Il problema grave è la AS Roma: immobile, sospesa tra voci di vendita e crisi tecnica, assolutamente non in grado di programmare un progetto stadio. Se non ci sono soldi per il mercato figuriamoci 250-300 milioni per un impianto ultramoderno. Sia nella zona Centrale del Latte o alla Magliana, non propriamente in centro dunque. [E il problema vero è proprio l'area, che attualmente la Roma non ha ancora individuato, S&B]
Ma è anche vero che tra i costruttori romani ci sono molti tifosi della Roma e da qualche giorno serpeggia un'idea: affiancare concretamente la Roma - ove la società smettesse di chiudersi nel bunker - nell'individuazione dell'area, nella progettazione e nella costruzione dello stadio. Senza pretendere guadagni stratosferici. [...] "Mettiamoci insieme noi costruttori romani - dice Massimo Mezzaroma, presidente della M. Roma Volley, la cui famiglia fu già in società coi Sensi all'inizio, negli anni '90 - facciamo un business plan e affianchiamo la Roma secondo le sue necessità, costruiamo insieme lo stadio. Con un principio: non deve essere l'affare della vita, niente speculazione, non si punta al guadagno ma alla reputazione. Tutto sommato noi dobbiamo qualcosa alla città, possiamo così restituire in parte quanto ci è stato dato dai romani. Potremmo fare un pool noi costruttori, magari con l'Università e la Facoltà di Architettura per dare la possibilità ai giovani architetti di fare stage nei cantieri. La scelta della zona è vitale, infrastrutture, strade e trasporti sono fondamentali per la riuscita. A Londra gli stadi sono nel centro, ma c'è una metro eccezionale. Noi dovremmo costruire qualcosa di socialmente utile, senza mascherare uno stadio per edificare una città".

Mah, tante chiacchiere perchè - causa AS Roma - la notizia non c'è.

Intanto a Firenze visto che Della valle non riesce di fare lo stadio nuovo, intanto si cerca di rendere accettabile quello vecchio. Fulvio Bianchi sul suo SpyCalcio ci racconta che al Franchi verrà addirittura messo in piedi un asilo e verranno eliminate le orrende barriere presenti tra un sito e l'altro.
Il prossimo anno quindi sarà previsto un asilo nido attaccato allo stadio: i bambini resteranno lì a giocare, i genitori andranno a vedere la partita. Fase - 2: l'abolizione delle barriere. "Il prossimo anno toglieremo separatori e reti al Franchi", spiega Tagliente. Verranno rimosse anche le reti metalliche che coprono il settore ospiti: basta con queste gabbie degne di Guantanamo. Ci sono le telecamere, ormai: chi si comporta male può essere arrestato a casa, la mattina dopo. E' chiaro che restano non pochi problemi da risolvere. Stadi chiusi o semichiusi, difficoltà nel reperire i biglietti (e questo scoraggia le famiglie, tanti tifosi per bene e gli stranieri che vivono o vengano in vacanza in Italia), gli striscioni, eccetera. Un esempio: per Roma-Catania chiusura del settore ospiti, sono gli strascichi della scorsa stagione. Si risolverà tutto, il prossimo anno, con la tessera del tifoso?

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