La società rendiconta 841 mila euro per opere fatte dal 2010, ma il
dirigente accetta meno della metà. Il centrodestra: vogliamo chiarezza
sulla compensazione. Rigotto: entro l’anno troveremo l’accordo
Aggiudicato il diritto di superficie dello stadio Friuli all’Udinese
calcio, il Comune ora deve chiudere il pregresso stimando il valore
delle migliorie all’impianto realizzate dalla società bianconera da
luglio 2010 a marzo 2013. I conti non tornano perché il direttore del
dipartimento Infrastrutture, ingegner Luigi Fantini, riconosce al
massimo 302 mila degli 841 mila euro rendicontati dalla società. Il
dirigente rileva incongruenze nella procedura d’appalto di diverse
opere: per alcune non sarebbe stato applicato al meglio il Codice dei
contratti.
Ecco perché i consiglieri comunali, Adriano Ioan (Identità civica) e
Maurizio Vuerli (Pdl), chiedono, con la presentazione di
un’interrogazione, al sindaco e alla giunta un chiarimento sulla
questione. Lo fanno perché il valore delle opere ammesse andrà a scalare
il canone d’affitto (circa 650 mila euro) che l’Udinese deve versare al
Comune per il periodo 2010-2013.
La questione è delicata. L’Udinese ha presentato a palazzo D’Aronco un
lungo elenco di opere realizzate il cui valore supera 1,6 milioni, ma da
questo importo il dirigente ha stralciato il Cosmos (700 mila euro) e
l’adeguamento degli spalti (300 mila euro) perché sono stati acquistati
in leasing.
Al netto di tali importi, dunque, il conto ammonta a 841
mila euro e nella nota che ha trasmesso al segretario generale, Carmine
Cipriano, il dirigente avanza due scenari: nel primo prende in
considerazione l’importo complessivo, senza entrare nel merito del
valore delle singole voci, approvato dal consiglio comunale e riconosce
quindi 302 mila euro, nel secondo analizzando, invece, i valori delle
singole opere, riconosce circa 151 mila euro.
«Vogliamo sapere se è stata quantificata la compensazione delle opere»
ripetono Ioan e Vuerli nel dirsi «preoccupati che le anomalie
evidenziate dal dirigente sulle procedure possano rallentare i lavori
del nuovo stadio». Ioan e Vuerli fanno riferimento al parere espresso
dalla Corte dei conti che obbliga l’Udinese ad appaltare la
realizzazione del nuovo stadio con gara a evidenza pubblica.
Ma l’Udinese respinge ogni illazione. «Le posizioni sono note, eravamo
d’accordo di sederci attorno a un tavolo per capire come proseguire»
spiega il direttore amministrativo, Alberto Rigotto, secondo il quale
«Ioan è male informato perché l’Udinese, prima di ottenere il diritto di
superficie, ha eseguito lavori per circa 4 milioni di euro e portato a
rendicontazione circa 1,5 milioni. Importi che coprono abbondantemente i
canoni di affitto che dobbiamo compensare sui quali il dirigente ha
sollevato questioni di legittimità procedurale, a tavolino cercheremo di
risolverle». Sempre Rigotto ricorda che «il contratto per il diritto di
superficie impegna le parti a risolvere la questione entro dicembre
2013, siamo nei tempi».
Fonte: Il Messaggero Veneto
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